Da fine gennaio, Appeals Centre Europe ha lavorato su più di 150 ricorsi fatti in merito a contenuti su Facebook e TikTok e, nonostante il fatto che le società che si occupano di accordi extragiudiziali delle controversie sui social media siano il segreto meglio custodito d’Europa, gli utenti stanno contestando con successo le decisioni sui contenuti prese dalle piattaforme social, con oltre la metà dei nostri interventi, relativi a Facebook che di fatto ribaltano le decisioni della piattaforma.

Gli utenti hanno l’opportunità di contestare le decisioni prese dalle piattaforme

Dallo scorso novembre, quando abbiamo iniziato ad operare, abbiamo ricevuto una risposta significativa da utenti di tutta l’Unione Europea.

Abbiamo ricevuto oltre 1.500 ricorsi da utenti che desideravano contestare le decisioni di Facebook, TikTok e YouTube, ricorsi fatti su contenuti in 47 lingue diverse e provenienti da ognuno degli stati membri dell’UE.

Il numero più alto di casi proviene dall’Italia, seguita dalla Francia e dalla Germania. Le contestazioni riguardano più frequentemente le possibili violazioni delle regole delle piattaforme relative a contenuti sessuali e pornografia, bullismo e molestie, e vendita di prodotti o servizi di cui la vendita è vietata o regolamentata, prodotti come ad esempio farmaci e alcolici.

Ad oggi, il 76% delle contestazioni riguarda Facebook, il 21% proviene da TikTok e il 3% da YouTube; e il numero di contestazioni inviate è cresciuto ogni mese da novembre a febbraio.

Le prime decisioni prese ad oggi dimostrano l’importanza di una revisione indipendente

Da quando abbiamo finalizzato il nostro accordo di condivisione dei dati con Meta a fine gennaio, abbiamo preso posizione su oltre 140 ricorsi su potenziali violazioni delle politiche di Facebook, tra cui hate speech, bullismo e disinformazione, lavorando su ognuna delle controversie grazie all’impegno degli operatori del nostro team.

77 delle nostre 141 decisioni su Facebook (55%) hanno ribaltato la decisione originaria di Meta di lasciare o togliere il contenuto, dimostrando chiaramente il valore degli utenti che contestano le decisioni delle piattaforme a organismi indipendenti come Appeals Centre Europe.

Per alcune policy, la percentuale di annullamento della decisione è stata addirittura più alta. Le nostre prime decisioni hanno invertito il 67% dei ricorsi di Facebook relativi a beni e servizi regolamentati o vietati e il 59% dei casi di Facebook relativi ad immagini a contenuto sessuale o pornografiche.

Le nostre decisioni non sono vincolanti, ma l’impegno preso dalle piattaforme social con organismi come il nostro è quello di attuare le nostre decisioni e, a meta’ anno, forniremo maggiori informazioni in merito nel nostro primo rapporto sulla trasparenza.

La scorsa settimana abbiamo preso le prime decisioni sui contenuti di TikTok e presto pubblicheremo le nostre prime informazioni anche sui ricorsi su YouTube.

Le piattaforme devono fare di più

Sebbene i ricorsi presentati dagli utenti nelle ultime settimane dimostrino una reale propensione a contestare le decisioni delle piattaforme, queste ultime hanno ancora molta strada da fare per rendere accessibile agli utenti la risoluzione extragiudiziale delle controversie, come richiesto dalla legge.

Innanzitutto, per risolvere in modo indipendente una controversia tra un utente e una piattaforma, è necessario esaminare i contenuti in questione. Per prendere decisioni più rapide e aiutare un maggior numero di utenti, è necessario che le piattaforme condividano questi dati con noi in modo rapido.

In secondo luogo, mentre il Digital Services Act ha creato un nuovo diritto per le persone di contestare le decisioni dei social media, questi ultimi lo stanno rendendo il segreto meglio custodito d’Europa. La legge stabilisce chiaramente che le piattaforme devono rendere la risoluzione extragiudiziale delle controversie facilmente accessibile, chiara e di facile utilizzo. Le piattaforme di social media devono avere una pagina web dedicata agli organi di risoluzione delle controversie, citarli chiaramente nel loro processo di appello interno e farvi riferimento nella motivazione inviata agli utenti (includendo in ogni punto un link al sito web della Commissione europea sugli organi di risoluzione delle controversie)”.

Prendere il controllo degli spazi online

Sebbene il Digital Services Act abbia creato un nuovo diritto per le persone di contestare le decisioni delle piattaforme, i diritti hanno senso solo se le persone li usano. Se i vostri contenuti vengono rimossi ingiustamente o se vedete contenuti dannosi che ritenete debbano essere rimossi, fate qualcosa. Andate su appealscentre.eu, e presentate un ricorso, prendendo quindi il controllo di ciò che vedete e pubblicate online.

er informazioni sui media, contattare media@appealscentre.eu